Misopates
Misopates Raf., 1840 è un genere di piante erbacee o arbustive della famiglia delle Plantaginaceae.[1]
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Il nome del genere deriva dal latino botanico e vuole significare "riluttante-aperto".[2] Altre etimologie fanno derivare il termine direttamente dl greco misos ( = odio) e patein (= calpestare), ossia "calpestare questa pianta rovinerebbe la sua bellezza".[3]
Il nome scientifico del genere è stato definito dal biologo e archeologo statunitense, di origine franco-tedesca Constantine Samuel Rafinesque-Schmaltz (Galata, 22 ottobre 1783 – Filadelfia, 18 settembre 1840) nella pubblicazione "Autikon botanikon. Icones plantarum select. nov. vel rariorum, plerumque americana, interdum african. europ. asiat. oceanic. - Pag 158. 1840" del 1840.[4][5]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Queste piante arrivano ad una altezza massima di 1 metro. La forma biologica prevalente è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie.[6][7][8][9]
Radici
[modifica | modifica wikitesto]Le radici sono fittonanti.
Fusto
[modifica | modifica wikitesto]La parte aerea del fusto è eretta, ascendente e ramosa. La superficie può essere pelosa (ghiandolare-pubescente) oppure glabra.
Foglie
[modifica | modifica wikitesto]Le foglie disposte in modo opposto alla base e alternato sopra, hanno delle lamine lineari-lanceolate con apice ottuso e margini interi. le foglie superiori sono strettamente lineari. Le foglie possono essere da sessili a brevemente picciolate.
Infiorescenza
[modifica | modifica wikitesto]Le infiorescenze sono formate da racemi allungati. I fiori sono subsessili e distanziati.
Fiore
[modifica | modifica wikitesto]- I fiori sono ermafroditi, zigomorfi e tetraciclici (ossia formati da 4 verticilli: calice– corolla – androceo – gineceo) e tetrameri (i verticilli del perianzio hanno 4 elementi).
- Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
- X o * K (4-5), [C (4) o (2+3), A 2+2 o 2], G (2), capsula.[7]
- Il calice, attinomorfo e gamosepalo, è completamente diviso in cinque lacinie lineari, più o meno della stessa lunghezza (il lobo adassiale può essere più lungo). Alla base sono ispide.
- La corolla, gamopetala e zigomorfa, ha delle forme tubolari cilindriche ed è del tipo bilabiato. La base del tubo è rigonfio abassialmente ma privo dello sperone. Le fauci della corolla sono completamente chiuse da un rigonfiamento del labbro superiore (corolla personata con palato occluso). Il colore della corolla è roseo, violaceo o bianco con striature rosso-violacee.
- L'androceo è formato da 4 stami didinami tutti fertili. Può essere presente un quinto stame di tipo staminoide. I filamenti sono adnati alla base della corolla e sono inclusi o poco sporgenti. Le antere sono formate da due teche distinte e divaricate. La deiscenza è longitudinale attraverso due fessure. I granuli pollinici sono tricolpoporati.
- Il gineceo è bicarpellare (sincarpico - formato dall'unione di due carpelli connati). L'ovario è supero con placentazione assile (le placente sono grandi) e forme da ovoidi a suborbicolari. I loculi possono essere ineguali. Gli ovuli per loculo sono numerosi, hanno un solo tegumento e sono tenuinucellati (con la nocella, stadio primordiale dell'ovulo, ridotta a poche cellule).[10] Lo stilo inserito all'apice dell'ovario ha uno stigma bifido. Di norma è presente un disco nettarifero.
Frutti
[modifica | modifica wikitesto]I frutti sono delle capsule ovoidi gozzute. I semi sono numerosi con teste reticolate-alveolate o crestate. Sono presenti delle strette ali.
Riproduzione
[modifica | modifica wikitesto]- Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama) quali imenotteri, lepidotteri o ditteri o il vento (impollinazione anemogama).[11]
- Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
- Dispersione: i semi cadendo (dopo aver eventualmente percorso alcuni metri a causa del vento - dispersione anemocora) a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]La distribuzione delle specie di questo genere è relativa all'areale compreso dal Mediterraneo all'India.
Solamente una specie di questo genere presente sul territorio italiano si trovano anche sulle Alpi. Qui di seguito sono elencati alcuni dati relativi all'habitat, al substrato e alla distribuzione di questa specie:[12].
- Misopats orontium (L.) Raf., 1840:
- Comunità vegetale: comunità delle terofitiche pioniere nitrofile.
- Piani vegetazionali: collinare e montano.
- Substrato: siliceo.
- Livello pH: acido.
- Livello trofico: basso.
- Umidità ambientale: media.
- Habitat: campi, colture, incolti, ambienti ruderali e scarpate.
- Zona alpina: più o meno tutto l'arco alpino.
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]La famiglia di appartenenza di questo genere (Plantaginaceae) comprende 113 generi con 1800 specie[7] (oppure secondo altri Autori 114 generi e 2400 specie[8], o anche 117 generi e 1904 specie[13] o 90 generi e 1900 specie[14]) ed è suddivisa in tre sottofamiglie e oltre una dozzina di tribù. Il genere di questa voce appartiene alla sottofamiglia Antirrhinoideae (tribù Antirrhineae) e si compone circa di una decina di specie.[1][6]
Il numero cromosomico delle specie del genere è: 2n = 16.[6]
Filogenesi
[modifica | modifica wikitesto]La specie di Misopates fino a poco tempo fa erano circoscritte alla famiglia Veronicaceae o Scrophulariaceae a seconda dei vari Autori.[6] L'attuale posizione tassonomica è stata realizzata con i nuovi sistemi di classificazione filogenetica (classificazione APG).[14]
La circoscrizione del genere è ancora in fase di completamento (non tutti gli Autori sono concordi sul numero delle specie di questo genere). Da un punto di vista filogenetico all'interno della tribù Antirrhineae, Misopates occupa una posizione abbastanza centrale. La tribù Antirrhineae è divisa in 6 "gruppi" o cladi; il genere di questa voce è descritto all'interno del gruppo Antirrhinum insieme ai generi Antirrhinum, Acanthorrhinum, Howeliella, Neogarrhinum, Sairocarpus, Mohavea, Galvezia. In questo gruppo Misopates è in posizione "basale" e forma un "gruppo fratello" con il genere Acanthorrhinum.[15][16]
Lista delle specie
[modifica | modifica wikitesto]Per questo genere sono riconosciute valide le seguenti specie:[1]
- Misopates calycinum (Lange) Rothm., 1956
- Misopates oranense (Faure) D.A.Sutton, 1988
- Misopates orontium (L.) Raf., 1840
Altre specie ancora da definire sono:[1]
- Misopates chrysothales (Font Quer) Rothm.
- Misopates fontqueri (Emb.) Ibn Tattou
- Misopates marraicum D.A.Sutton
- Misopates microcarpum (Pomel) D.A.Sutton
- Misopates nanum (Gaut. ex Debeaux) Franco
- Misopates pontiense Mateu
- Misopates salvagense D.A.Sutton
Specie spontanee italiane
[modifica | modifica wikitesto]Due sono le specie di questo genere presenti sul territorio italiano:[9]
- Misopates calycinum (Lange) Rothm., 1956 - Gallinetta calicina: le lacinie del calice sono più brevi della corolla (18 - 22 mm); l'altezza massima è di 8 dm; il ciclo biologico è annuo; la forma biologica è terofita scaposa (T scap); il tipo corologico è Ovest Mediterraneo; l'habitat tipico sono i campi, gli incolti aridi e le vigne; la distribuzione sul territorio italiano è relativa al Sud (è una specie rara) fino ad una altitudine di 1.000 m s.l.m..
- Misopates orontium (L.) Raf., 1956 - Gallinetta comune: le lacinie del calice superano la corolla (10 - 17 mm); l'altezza massima è di 8 dm; il ciclo biologico è annuo; la forma biologica è terofita scaposa (T scap); il tipo corologico è Euri-Mediterraneo; l'habitat tipico sono i campi, gli incolti aridi e le vigne (su substrato siliceo); sul territorio italiano è presente ovunque (è una specie comune) fino ad una altitudine di 1.000 m s.l.m..
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d (EN) Misopates, in The Plant List. URL consultato il 25 giugno 2018.
- ^ David Gledhill 2008, pag. 260.
- ^ Etimologia fanerogame, pag. 76.
- ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 25 giugno 2018.
- ^ Archive.org, p. Autikon botanikon. URL consultato il 16 giugno 2018.
- ^ a b c d Kadereit 2004, pag. 378.
- ^ a b c Judd et al 2007, pag. 493.
- ^ a b Strasburger 2007, pag. 852.
- ^ a b Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 541.
- ^ Musmarra 1996.
- ^ Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 522.
- ^ AA.VV., Flora Alpina. Volume secondo, Bologna, Zanichelli, 2004, pag. 204.
- ^ Olmstead 2012.
- ^ a b Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 15 gennaio 2017.
- ^ Vargas et al. 2004.
- ^ Albach et al 2005.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume secondo, Bologna, Edagricole, 1982, pag.541, ISBN 978-88-20623-12-8.
- Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
- Richard Olmstead, A Synoptical Classification of the Lamiales, 2012.
- Kadereit J.W, The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VII. Lamiales., Berlin, Heidelberg, 2004.
- Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 496, ISBN 978-88-299-1824-9.
- Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
- D. C. Albach, H. M. Meudt and B. Oxelman, Piecing together the “new” Plantaginaceae, in American Journal of Botany, vol. 92, n. 2, 2005, pp. 297-315 (archiviato dall'url originale il 30 novembre 2016).
- F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, ISBN 88-7621-458-5.
- D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina., Bologna, Zanichelli, 2004.
- Medhanie Ghebrehiwet, Birgitta Bremer, and Mats Thulin, Phylogeny of the tribe Antirrhineae (Scrophulariaceae) based on morphological and ndhF sequence data (PDF), in Plant Systematics and Evolution, vol. 220, 2000, pp. 223-239.
- P. Vargas, J. A. Rossello, R. Oyama, and J. Guemes, Molecular evidence for naturalness of genera in the tribe Antirrhineae (Scrophulariaceae) and three independent evolutionary lineages from the New World and the Old (PDF), in Plant Systematics and Evolution, vol. 249, 2004, pp. 151-172.
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